Racconti monodose
Assistenza domiciliare
-Signora Anna? Sono tornata
-Signora Anna? Sono tornata
-Chi sei tu? Perché c’hai le chiavi di casa mia?
-Signora Anna sono Sandra, si ricorda che vengo per darle un
aiutino qui a casa e farle un po’ di compagnia?
-Ma io faccio tutto da sola non mi serve aiuto, tanto vengono
gli americani.
-Poso le buste in cucina va bene?
-Come ti chiami tu?
-Sandra, come sta oggi?
-Come vuoi stare, mi fa tanto male la gamba, sono arrivati
gli americani?
-Ci diamo una bella sistemata ai capelli oggi? Che ne dice?
-Tu chi sei che ci fai a casa mia?
-Mi chiamo Sandra, siamo amiche ormai e vengo a farle i
capelli tutti i martedì e oggi è martedì.
-Se siamo amiche perché mi dai del lei? Ma quando vengono
gli americani?
-Hai ragione Anna, è l’abitudine, non lo so se vengono ma intanto dai ci facciamo i capelli....
-Guarda come sei bella? Ti piacciono? Adesso ci prepariamo e
usciamo un po’ che c’è il sole eh?
-No stiamo qui che mi fa male la gamba. Magari vengono gli
americani, ma mi posso mettere il rossetto?
-Certo ottima idea. Senti Anna stavo pensando, ti ricordi
quando il giradischi si incantava sempre su un punto? Ecco mi è venuta un’idea.
Ti ho portato delle foto, ti va di guardarle, te le prendo...
- O Madonnina mia ma sono gli americani?
-Si, vedi, con le divise, guarda quanti, così mi racconti "dei tuoi di americani"
che ne dici? Un segreto tra me e te eh?
-Sicura?
-Si sono sicura, dai Anna racconta.
-Era un sabato mattina, c'era il sole, papà scriveva una lettera al fratello, sul tavolo
della sala da pranzo e mamma stava stringendo un vestito mio per passarlo a
mia sorella, in cucina, io stavo pulendo i pavimenti e poi hanno bussato tre volte alla
porta, mia madre è andata ad aprire e sono entrati gli americani. Erano in tre, due
bianchi e uno colorato.
-E com’erano Anna, com’erano?
- Eh, erano certi belli giovanotti con le spalle larghe, la
divisa, come quella della foto, hanno portato a papà uno scatolone con dentro 6
barattoli di fagioli, 6 barattoli di zuppa, il latte in polvere e la
cioccolata.
-Anna, ma dimmi, quale dei tre ti piaceva?
-Quello che era rimasto sulla porta del salone, ci siamo
guardati mentre gli altri parlavano che non si capiva niente, aveva la pelle chiara ma gli occhi
erano nerissimi, ho sentito dentro la mezzanotte di Capodanno e mi sono dovuta girare per paura che se n’accorgevano tutti.
- E poi l’hai più visto?
-Una volta sola. E’ tornato, da solo, per portare altre
cose, e quando l’ho riaccompagnato alla porta ci siamo tenuti la mano in
corridoio e sulla porta ha detto “domani mi rimandano a casa” e mi ha
appoggiato il palmo della mano sulla guancia, così, e si è fermato il tempo.
-Anna non essere triste, ma tu non lo sai come si chiamano questi?
-Come si chiamano?
-Sono amori eterni, Anna, come la vita. La prossima volta vi
riconoscerete e starete insieme tutto il tempo, vedrai Anna, sarà bellissimo,
niente andrà sprecato, fidati.
-Dici che si ricorda pure lui di me?
-Assolutamente sì! Anzi, che ne dici se andiamo a prendere un gelato e
festeggiamo il nostro segreto ti va?
-Si che mi va. Sandra.......che Dio ti benedica.
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